L’idrokinesiterapia, un importante risorsa per la donna in gravidanza

L’IDROKINESITERAPIA, UN IMPORTANTE RISORSA PER LA DONNA IN GRAVIDANZA

Il corpo della donna in gravidanza attua un’importante trasformazione. Risulta quindi fondamentale conoscere le modificazioni fisiologiche per poter proporre un’idonea attività motoria nella gravidanza. L’idrokinesiterapia rappresenta una risorsa importante in quanto apporta benefici fisici, posturali ed emozionali alla futura mamma e al bambino.

Le modificazioni corporee che si instaurano nei nove mesi di gestazione, seppur fisiologiche, determinano alterazioni all’apparato muscolo-scheletrico e posturale che predispongono la donna allo sviluppo di lombalgia in gravidanza.

Nel primo trimestre assistiamo a un importante variazione dell’assetto ormonale della donna con aumento di relaxina, estrogeni e progesterone che perdurano fino al termine della gestazione. Queste alterazioni determinano un progressivo rimodellamento del tessuto connettivo, una riduzione del collagene e un rilassamento della muscolatura liscia, che si riflettono sulle strutture muscolo-legamentose del corpo. A livello del bacino e dell’osso sacro assistiamo a un detensionamento tendineo al fine di assecondare la crescita dell’utero e in preparazione al parto, con conseguente instabilità dell’articolazione sacroiliaca, spesso causa di dolore nella gravida. Un recente studio pubblicato su Int J. Gynaecol Obstet nel 2018 ha infatti dimostrato che su 1500 donne in gravidanza il 78,7% presentava una disfunzione a livello della sacroiliaca, con conseguente dolore e limitazione funzionale nelle attività di vita quotidiana.

Con l’avanzare della gestazione si verifica un progressivo adeguamento delle strutture mio-fasciali della parete addominale con diastasi fisiologica dei retti (15 cm al III trimestre) e inibizione dell’attivazione del muscolo trasverso. Queste modificazioni, seppur necessarie per la crescita del feto, determinano una perdita dell’azione stabilizzatrice della muscolatura addominale sul bacino e sul rachide.

Tutte queste suddette condizioni determinano le profonde alterazioni posturali tipiche della gravidanza, assistiamo infatti a uno spostamento posteriore del centro di gravità del torace per aumento di volume del seno e anteposizione delle spalle, il bacino si porta in antiversione con aumento della curva lombare. A livello delle vertebre lombari quindi i carichi si concentrano maggiormente sul pilastro posteriore delle faccette articolari, comportando una sensibilizzazione recettoriale e sulla parte posteriore dei dischi, anch’essi riccamente innervati.

La debolezza della muscolatura del core addominale e del pavimento pelvico, unita alla perdita dell’equilibrio biomeccanico posturale e alle modificazioni delle proprietà tissutali delle strutture legamentose predispongono la donna allo sviluppo di lombalgia in gravidanza.

Una recente revisione ha dimostrato che il 68% delle donne ha esperienza di dolore lombare in gravidanza che può anche raggiungere livelli severi necessitando un supporto farmacologico. Fondamentale diventa quindi la messa in atto di tutte le strategie possibili per prevenire l’insorgenza di questa condizione.

Anche a livello sistemico assistiamo a importanti modificazioni: a livello dell’apparato respiratorio si verifica un aumento frequenza degli atti respiratori (16 respiri/min) e una diminuzione del volume residuo con possibile insorgenza di  dispnea da sforzo, e a livello cardiocircolatorio  ad un aumento del 30-50% della  gittata cardiaca, un aumento della frequenza cardiaca superiore 10/15 bpm, una diminuzione della pressione colloido-osmotica e un aumento della pressione idrostatica.

Il movimento nella gravidanza fisiologica, salvo controindicazioni di pertinenza ginecologica, viene supportato e incoraggiato in quanto utile per il controllo dell’aumento del peso, per la prevenzione di alcune patologie in gravidanza e per la prevenzione del dolore lombare.

Fondamentale è quindi conoscere come cambia fisiologicamente per capire quale sia l’attività motoria più indicata per accompagnare la donna nei nove mesi di gestazione. Il lavoro motorio in acqua viene da sempre consigliato, vediamo pertanto le motivazioni di questa scelta.

“Immergersi significa entrare in un mondo diverso, dove le leggi fisiche terrestri vengono a mancare per dare spazio a quelle dell’ambiente acquatico”

L’acqua sostiene, accarezza, consente uno stato sensoriale di benessere e permette di eseguire con facilità movimenti che in ambiente terrestre risulterebbero faticosi o addirittura non permessi.

Tutte le leggi dell’idrodinamica sono fondamentali strumenti, ma nel caso della gravidanza, prendono molta importanza la spinta e la pressione idrostatica. La prima perché a seconda del grado di immersione alleggerisce il peso del corpo (vale a dire che se si è immersi fino alle spalle il peso del corpo è solo di circa il 7%)

La seconda perché esercita una forza pressoria su tutto il corpo immerso pari al grado di immersione, permettendo sia esercizi di recupero del tono-trofismo, ma anche una presa di coscienza della dimensione corporea. Inoltre, grazie al rallentamento impresso al movimento, determina una migliore presa di coscienza del gesto motorio.

La drastica riduzione del peso permette di diminuire il carico sulle articolazioni ma non il potenziale lavoro di tonificazione dato dalla pressione e dalla maggiore densità. Così, se da un lato la gestante è alleggerita rispetto al proprio peso, dall’altro incontra una resistenza al movimento adeguata alla sua forza.

L’ambiente acquatico costringe alle simmetrie posturali grazie alla legge fisica dell’assetto. Perciò immergersi significa anche prendere maggiore coscienza della posizione nello spazio acqua (pressione e densità) per avere maggiori possibilità di correggersi e cercare, con consapevolezza, il migliore assetto (simmetria) in ogni posizione che si desidera mantenere. Diventa così un lavoro di rieducazione posturale, in questo caso molto utile alla gestante, perché previene l’instaurarsi di posture scorrette che determinerebbero altre conseguenze, come per esempio dolore e difficoltà respiratoria.

La respirazione, come più volte detto, cambia in gravidanza perché vi è un aumento della frequenza respiratoria e del volume corrente e perché l’aumento volumetrico dell’utero spinge il diaframma verso l’alto. La spinta idrostatica e la pressione idrostatica hanno un ruolo fondamentale, la prima perché sostiene e allevia dal peso corporeo permettendo anche una risalita migliore del diaframma in fase inspiratoria, mentre la seconda comprimendo sulla cassa toracica migliora le possibilità espiratorie.

Inoltre in acqua è possibile “visualizzare l’aria” con attività come “fare le bolle” o “soffiare sull’ acqua” per rendere consapevoli anche le gestanti della loro attività respiratoria e di come potranno usarla durante tutte le fasi del parto.

Tutto il sistema cardio circolatorio viene rinvigorito, perché l’allenamento aerobico possibile in acqua aumenta gradatamente le possibilità cardiache, tutto questo contribuisce ad avere meno senso di affaticamento, e nell’immediato futuro, contribuirà ad avere un cuore allenato per affrontare il travaglio e il parto.

La pressione idrostatica che si rende più significativa, maggiore è la profondità, compie una azione compressiva sulla cute, come un massaggio naturale, che aumenta il ritorno venoso determinando una diminuzione degli edemi e del senso di stanchezza alle gambe.

A livello di forza e tono-trofismo, l’ambiente acquatico permette di svolgere attività di forza e di tonificazione in modo efficace e anche molto variabile, tenendo conto di elementi come la superficie d’attacco dell’acqua del corpo immerso e la velocità. Generalmente per le gestanti è preferibile esercitare sempre un lavoro aerobico.

La gravidanza comporta non solo importanti cambiamenti fisici ma anche emotivi ed emozionali. L’immersione permette il rilassamento che riduce a sua volta il senso di affaticamento favorendo la sensazione di “lasciarsi andare” in maniera tale da calmare le tensioni e trovare sollievo.

Lo stato emozionale elevato e positivo che l’immersione determina, migliora la comunicazione tra la gestante e il nascituro, facendo in modo che calma, serenità, armonia acquatica, contribuiscano alla crescita di un bimbo rilassato e tranquillo.